Alcune riflessioni riguardo bambini e ragazzi plusdotati

I bambini plusdotati si differenziano dai pari per risultati eccezionali in una o più delle seguenti aree: abilità intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, arti visive e dello spettacolo, abilità motorie (Pfeiffer 2013, Worrel, Erwin 2011). Si tratta del 5% della popolazione infantile. Per definizione si considera plusdotato un bambino o ragazzo con Quoziente Intellettivo maggiore o uguale a 120 (Gagné 1998, Ruf 2005, Wasserman 2007).

La Psicopedagogia dello sviluppo può essere utile nell’aiutare i bambini plusdotati e suscitare riflessioni in merito alla loro crescita? Può contribuire nell’agevolare il loro percorso a livello psicoeducativo? Nel presente approfondimento cercherò di esporre alcune riflessioni che rispondano a queste domande.

 

Diagnosi e intervento precoci

Il Quoziente Intellettivo è un indice che scaturisce dalla somministrazione di test dell’intelligenza: i più usati a livello internazionale sono WPPSI IV per i più piccoli, WISC IV per i più grandi. Il test WPPSI IV si può somministrare al bambino soltanto a partire dall’età di 2 anni e 6 mesi.

Gli studi delle neuroscienze hanno dimostrato in modo inequivocabile che la prima infanzia e, in misura esponenziale, il primo anno di vita sono fondamentali per lo sviluppo e l’educazione dell’uomo. Ciò che un bambino apprende nel primo anno di vita verrà poi appreso in più di nove anni: in termini di apprendimento e di sviluppo, ogni mese dei primi sei vale un anno, mentre ogni mese del secondo semestre vale sei mesi.

Come è possibile sospettare fin dai primi mesi un ritardo di sviluppo e l’intervento rieducativo precoce si rivela fondamentale, è altrettanto utile identificare fin da subito i segnali di una plusdotazione. Esiste una matrice dello sviluppo globalmente inteso per cui, specialmente nel primo anno, l’uomo acquisisce determinate competenze ad età ben specifiche. Interagendo con il bambino ed osservando i suoi comportamenti, è possibile dargli un’età funzionale, sia a livello globale che in specifiche aree. Se il bambino ha un’età funzionale maggiore, rispetto a quella cronologica, questo può essere un segnale di possibile plusdotazione, a livello globale o in specifiche aree: potrebbe ad esempio dimostrare 4,5 mesi ed avere soltanto 3 mesi.

A livello educativo si rivela sempre importante offrire stimoli e proposte adeguate all’età funzionale, per permettere ad ogni uomo di esprimere pienamente ogni sua potenzialità.

 

Possibili anomalie nella qualità della percezione sensoriale

A qualsiasi età, se si osserva un alto potenziale in determinate aree specifiche, come la memoria visiva o uditiva, è importante valutare attentamente la qualità della percezione sensoriale del bambino/ragazzo. Alcune anomalie uditive o visive, se ben incanalate, possono permettere di sviluppare capacità mnemoniche eccezionali o un’elevata attenzione a determinati stimoli o contesti. Le stesse anomalie, se non viene fatta una specifica rieducazione, possono contemporaneamente provocare disturbi dell’umore, dell’attenzione e/o dell’apprendimento nelle stesse o in altre aree.

 

Facilitazione dello sviluppo globale

Una conoscenza attenta delle modalità di sviluppo consente di accompagnare ogni bambino nella tappa che sta vivendo, permettendogli di viverla appieno. Non si ripeterà mai abbastanza che a livello educativo va sempre data più importanza all’età funzionale rispetto a quella anagrafica.

Laddove il bambino eccelle soltanto in determinate aree, seppur accogliendo ed incentivando ogni sua dote, è importante curare gli altri ambiti di crescita di modo che lo sviluppo globale proceda nel modo più armonico possibile. È molto importante non anticipare i tempi, per non creare lacune. Ad esempio, se un bambino piccolo guarda, legge i libri, ma non sa raggiungere autonomamente la posizione seduta, non andrà messo seduto, ma incentivato a sviluppare le competenze motorie che lo porteranno a sedersi in autonomia.

 

Regole e ritmi, dolce fermezza e rispetto

Se un bambino è particolarmente sveglio, andrà data ancor più attenzione nel donargli ritmi, regole e autonomie proporzionate alle sue competenze. Ogni bambino non può autoregolarsi, ha il diritto di avere una guida, genitori ed insegnanti che, con rispetto e dolce fermezza, gli donino paletti ben saldi, confini nei quali crescere: ritmi e luoghi precisi per il sonno e i pasti; educazione al controllo sfinterico; spinta verso le prime autonomie nel muoversi per strada, relazionarsi con le altre persone in modo dignitoso, ecc.

Con dolce fermezza è fondamentale mantenere ruoli educativi che creino un contesto sicuro nel quale il bambino possa essere guidato a crescere. Con rispetto ci si mette in ascolto del bambino, delle sue idee, affinché possa esprimersi appieno come e quanto è capace, senza essere sostituito dagli adulti o da altri. Sia nelle autonomie che nella relazione è importante non fare mai al posto del bambino ciò che lui sa fare da solo.

 

Accompagnamento psicologico nel rapporto con i pari e la società

Il bambino plusdotato, ancor più rispetto agli altri, andrà educato ai tempi di attesa, al rispetto di sé e degli altri. Nel contesto scolastico, palestra di società, il bambino può sperimentare fin da subito che può mettere le proprie doti a servizio degli altri, con garbo, pazienza e disponibilità. I rapporti con gli altri saranno ancor più proficui ed armoniosi, se il bambino svilupperà un alto grado di autoconsapevolezza. In questo senso si rivela preziosa l’educazione all’ascolto ed all’espressione di Sé e delle proprie emozioni