NAVIGANDO NEL MARE DELLA SOLIDARIETA' (scritto da Matteo Faberi)

Intervento al convegno "Navigando nel mare della solidarietà", Toscolano Maderno, maggio 2000

Mi è stato chiesto di esprimere in questo convegno una testimonianza a proposito della mia esperienza riguardo la solidarietà. Vorrei subito riflettere su cosa significa "solidarietà". Questa parola è secondo me il sinonimo di amicizia vera, sentita. Io, nella mia vita di disabile, ho avuto moltissime esperienze in cui mi è stata offerta solidarietà dei genitori, dai parenti, dagli amici, dagli insegnanti, dai terapisti, ... Dovrei parlare troppo per elencarle tutte. In quest'occasione mi preme narrarne una, molto bella e significativa: quando frequentavo le scuole elementari, avevo un compagno somalo; il primo giorno di scuola con lui (perciò non ci conoscevamo ancora), mentre nello spogliatoio aspettavo la maestra perché mi aiutasse a cambiarmi le scarpe, lui, dopo essersi sistemato, senza che nessuno gli dicesse niente è venuto ad aiutarmi. E' un gesto semplice, quasi irrilevante, che però ha evidenziato l'amicizia vera, sentita, nei miei confronti.  Piccoli gesti, poche parole, a volte bastano per far felice, farsi amica un'altra persona. La solidarietà si basa su queste piccole azioni che unite assieme possono formare veramente un grande oceano forte e vigoroso, quello della solidarietà. 
E' bellissimo compiere un atto solidale, regalare una briciola di amicizia a chi ci sta accanto, a chi è nostro fratello. Un detto dice: è meglio dare che ricevere. Ne sono pienamente convinto: nell'offrire solidarietà, nel dare la nostra disponibilità, costantemente si viene ricambiati con la gioia dell'amicizia, con una crescita personale interiore, con un'energica voglia di vivere che ci ricorda che la nostra vita, se vissuta con e per gli altri, è utile, è bella. 
Solidarietà non è pietismo. Anch'io, quando ero più piccolo, avevo difficoltà nell'affrontare il "diverso", un freno istintivo impediva di avvicinarsi disinvoltamente a chi è meno fortunato di me; ora ho invece capito che basta superare per le prime volte questo brutto istinto per accorgersi che tutti siamo diversi, ma "la varietà forma l'unità" ed è bello confrontarsi, prendersi per mano e camminarew insieme sulla lunga via della vita. 
Un piacevolissimo momento è per me ogni festa dell'associazione "ARC - I Nostri figli" di cui faccio parte, in cui si ritrovano varie famiglie di disabili, di cui sono forse tra i più fortunati. In tali occasioni ci si ritrova insieme, si passano alcune ore confrontandoci, parlando del più e del meno, anche dei nostri problemi. Ogni volta torno a casa con più energia e voglia di vivere perchè mi accorgo che le piccole cose della vita, un piccolo progresso di chi impara a camminare un po' meglio, senza appoggiarsi, di chi trova il modo di comunicare, sono davvero le cose più belle, e non serve a niente in confronto il denaro che arricchisce solo di potere e non di gioia. 
Tutti possono essere protagonisti della solidarietà, poiché ogni persona ha alcune carenze in cui essere aiutata ed altrettanti talenti da mettere a disposizione della società.
Concludo con un augurio rivolto a tutti: che ognuno possa sperimentare la gioia che trasmette il compiere solidarietà, la crescita interiore che offre, le amicizie che forma. Scoperto questo, sarà spontaneo avvalersi della vera solidarietà che non è tralasciare il problema, ma affrontarlo insieme, prendersi per mano e compiere assieme il tortuoso sentiero della vita.