Una rampa di lancio verso nuove, innumerevoli conquiste

Nostro figlio Aaron è un bimbo con Trisomia 21, è sempre stato molto sveglio, socievole, simpatico, empatico e, fortunatamente, “in gamba”, ma non parlava. Si limitava a pronunciare poche parole come mamma, papà, Dodò (Diego), cacqua (acqua), pappa e nanna; poi ogni tanto ci deliziava con qualche parola in più, lasciando passare mesi prima di ripeterla (es. basta, cacca, latte), e ogni volta che ciò accadeva era per noi un giorno di festa.

Quando lo chiamavamo non sempre rispondeva e, pur capendo il senso di tante cose che gli venivano dette e richieste, il suo interesse era altalenante.

Inoltre, avendo subito un intervento all’anca il 24 dicembre scorso, ingessato prima e successivamente con un tutore rigido fino alla punta dei piedi, Aaron non ha frequentato la scuola per oltre sei mesi, allungando drasticamente i tempi dell’isolamento che già lo aveva penalizzato a causa della pandemia.

Poi … qualcosa improvvisamente è cambiato: il 3 giugno di quest’anno, in occasione di una videoconferenza organizzata dall’associazione GRD Bologna, abbiamo conosciuto il dottor Matteo Faberi. Più lui parlava, illustrando il metodo A.I.T. Berard, più io e mio marito riconoscevamo nostro figlio in ciò che diceva.

Il 9 giugno, quindi soltanto sei giorni dopo, abbiamo incontrato personalmente il dottor Faberi e iniziato immediatamente il programma di rieducazione uditiva, abbinato alle sedute logopediche con il metodo Drežančić: abbiamo scoperto un nuovo Aaron.

Già dal primo giorno il bambino è apparso più partecipe, vivace e attento. Il terzo giorno, sentendoci parlare piano con lui e tra di noi, ha dimostrato di capire perfettamente tutto ciò che gli veniva detto e chiesto, ma non solo: ha terminato lui stesso qualche frase!!! Negli ulteriori sette giorni trascorsi a Salò, non nascondo che le lacrime di gioia sono state quotidiane, perché i progressi sono stati costanti e tangibili.

Aaron si è “attivato” così tanto da iniziare a salire e scendere le scale a gattoni, nonostante il tutore che gli bloccava entrambe le cosce (e pensare che prima di allora non aveva mai gattonato!!!), ha iniziato a colorare molto bene (i primi 40 giorni con l’ausilio delle sagome, adesso a mano libera), a comunicare attivamente con noi ed ora, dopo soli 45 giorni, in occasione del controllo periodico, ha chiesto a Matteo di leggere … certo, le immagini, … ma leggere!!!

Aaron ha frequentato per alcuni mesi una logopedista settimanalmente, senza ottenere alcun beneficio, mentre da giugno, grazie al metodo Drežančić, pronuncia molte sillabe diverse e, grazie al lavoro costante, sta iniziando a mettere insieme più parole.

La strada è sicuramente lunga, ora però è tutto più facile. Vedere il nostro bambino sereno, anziché frustrato, perché finalmente lo capiamo, ha un valore inestimabile. Per questo dobbiamo ringraziare Matteo, che davvero guarda con il cuore ogni bambino senza fermarsi come troppo spesso succede davanti a una diagnosi, e i metodi che applica.

Grazie!

Alessandra Mansella

(tratto dal libro:
Di Pietro L., Faberi M,
Ascolto, penso e dico,
Edizioni del Rosone, Foggia 2021)